Scoprire la forza rigenerante dei conflitti

 

 

Riflessioni a cura di Maria Vittoria Lanzara

 

Cosa sono i conflitti?

Un inevitabile fastidio, qualcosa da cui fuggire, il caso avverso, oppure? La quotidianità è puntellata di storture, aspettative disattese, impedimenti di varia natura ai programmi da realizzare, resistenze al cambiamento, comunicazioni irritanti, emozioni che travalicano la ragione. Come ci confrontiamo con questi movimenti interni ed esterni?

Ma poi siamo certi che questa sia la materia da trattare oppure sia solo una narrazione di fatti che considera alcuni toni e ne tralascia degli altri? Siamo persone costituite da linguaggio, la cui qualità determina il nostro modo d’essere. E se il conflitto nascesse proprio per la mancanza di linguaggio? Se fossero improprie le categorie concettuali a fronte di un vuoto di parole per dire la condizione della diversità, della compresenza di elementi contrapposti con pari dignità?

Il conflitto, infatti, si avverte allorquando si presenta una pluralità di dati e situazioni tali per cui l’ordine prestabilito risulta insufficiente/inadatto. E fino a quando manca la forma di un nuovo possibile incastro, ciascuna parte richiama le sue ragioni. È richiesto dunque un atto creativo che comporta lo sforzo della ricerca e la meraviglia della scoperta di risorse, capacità, intuiti, intelligenze ignorate o poco praticate. Una giornaliera produzione di novità per agire la conflittualità come condizione dell’esistere piuttosto che come attacco dannoso ad un assetto tanto pensato quanto insostenibile.

È la presunzione dell’organizzazione che prescinde dalla conoscenza e confronto con gli eventi ed i dati di realtà a negare il conflitto che, in questo quadro, sembra riemergere con prepotenza.  Il conflitto in sé non è un elemento negativo piuttosto è sua la negazione, agita con aggressività e violenza che lo rende disturbante.

Quanta energia mettiamo nelle azioni che compiamo?

È giusta, insufficiente oppure troppa? In termini comunicativi si parla di stile aggressivo e stile vittimistico, opposti che indicano entrambi una inadeguatezza nel rispondere alle sollecitazioni del contesto.  Una riprova che i comportamenti sono spesso deficitari di una capacità di integrazione tra parti opposte. La famosa assertività risulta difficile da praticare perché necessita di un precedente: la ricerca di accordo tra forze diverse che agiscono dentro e fuori di noi, ossia una forma di conflitto da riconoscere, accogliere e saper trattare.

Ritorniamo così al punto di partenza circa la natura stessa del conflitto. Il ragionamento ci conduce a ritenere che l’azione sia liberare l’idea del conflitto dalle gabbie concettuali che lo negano o lo rendono un elemento estraneo al corpo socio/relazionale. Da qui inizia un’opera di costruzione dove ciascuno è coinvolto in maniera piena e responsabile ad entrare in contatto con le persone/cose/circostanze ad osservarle, sentirle, ascoltarle. Un’apertura sensoriale con la quale immergersi nel mondo, apprendere dai conflitti, accettati e non negati, tracce per costruire percorsi altri, non ancora battuti eppur possibili. È in questo punto (di accettazione e di ricerca) che convergono le capacità creative e si mettono all'opera.

il conflitto: un attivatore di risorse!

In tale ottica il conflitto, piuttosto che un fatto, è una dimensione dell’esistenza, è un attivatore di risorse. Come una calamita ha il potere di attrarre energie rispondenti ed a lasciar cadere quelle incapaci di costruire legami. Ciò che è chiuso, senza punti di appoggio, senza superfici che si lasciano toccare e si mettono in relazione con altre, diviene massa ingombrante.

Il conflitto ha un potere rigenerante, sta a noi attrezzarci per saperlo vivere per ciò che è, una delle ricchezze più profonde e vere che caratterizzano il nostro essere persone agenti, pensanti, costruttivi e dialoganti. Da qui si comincia a ricaricarsi, a sentire le proprie energie, il proprio potere che può cambiare il pezzo di mondo che ci è affidato!

 

Una lettura consigliata

Daniele Novara
La grammatica dei conflitti. L'arte maieutica di trasformare le contrarietà in risorse 
Edizione SONDA

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